
Storia
Tra vincoli e possibilità
Vorrei sottolineare che il percorso fatto in questi anni, ha sicuramente affondato le sue radici nelle teorie di riferimento e nelle indicazioni dei docenti e degli esperti nei vari settori con le quali sono venuta in contatto, ma niente avrebbero potuto, se tutto questo non avesse trovato terreno fertile in cui crescere e svilupparsi, in cui prendere strade nuove e percorsi personali.L’humus di cui parlo, sono le persone che ho conosciuto lungo il tragitto, esseri umani, Donne e Uomini, Ragazze e Ragazzi, Bambine e Bambini, con cui non c’è stato uno scambio solamente superficiale ma profondo, dove c’è stata l’opportunità di creare qualcosa, una Relazione, veicolo di Significati.
Non posso perciò evitare di ricordare, l’esperienza, la prima, con un gruppo di persone facenti parte di un’ Associazione di Auto-Aiuto con problematiche anche molto importanti dal punto di vista clinico, che mi hanno regalato la bellezza, inquietante se ci si ancora alla rigidità, di prospettive nuove.Nello stesso contesto ho potuto fare esperienza di una piccola comunità di cinque donne, in una casa famiglia, all’interno di un percorso di recupero.
Anche qui, ciò che ho colto di più non è stato il valore del percorso in termini riabilitativi, ciò che ancora mi ricordo in maniera vivida dopo anni, sono i volti, le parole ed i gesti di quelle donne, ciò che ho lasciato entrare, di quello che loro trasmettevano.Il mio percorso non può essere completo se non faccio riferimento alla mia esperienza presso l’associazione “Casa della Donna”, centro antiviolenza rivolto a donne e minori che subiscono o hanno subito maltrattamenti e abusi e offre sostegno e aiuto piscologico e sociale.
Il Centro vuole essere un punto di riferimento facilmente individuabile a cui rivolgersi per ottenere sicurezza, informazioni utili e sostegno concreto. Questo Luogo, mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con talmente tante sfaccettature della femminilità e della gruppalità, da riuscire ad ampliare considerevolmente il mio bagaglio di colori-emozioni.
Infine vorrei citare ciò che ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nella mia crescita personale e professionale: il mio percorso di analisi individuale.
Ritengo infatti fondamentale che un professionista di questo settore debba aver sperimentato su di sé, ciò che propone come metodo di analisi.Cito a questo proposito uno degli autori che più ho sentito vicino: “L’opinione da me più volte espressa e sostenuta circa la necessità che l’analista si sia sottoposto ad un’analisi che penetri molto in profondità, tale da consentire il padroneggiamento dei tratti caratteriali”. S. Ferenczi.
Tutto ciò mi ha insegnato che la relazione terapeutica, dati i necessari strumenti teorici ed empatici, raggiunge le mete di autoconsapevolezza e di sviluppo personale, se siamo disposti a metterci in gioco. MetterCi, significa l’analista e l’analizzato